I vestiti ed il bramino

I vestiti ed il bramino

C’era una volta un bramino buono e pio che viveva con le elemosine che i fedeli gli regalavano.
Un giorno pensò:
“Andrò a chiedere l’elemosina vestito come un povero intoccabile.”
Così mise uno straccio intorno ai fianchi, come fanno i paria, i più poveri dell’India.

Quel giorno nessuno lo salutò, nessuno gli diede l’elemosina.

Andò al mercato, andò al tempio, ma nessuno gli rivolgeva la parola.
La volta successiva il bramino si vestì secondo la sua casta:
si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta e una giacchetta ricamata.
La gente lo salutava e gli dava denaro per lui e per il tempio.
Quando tornò a casa, il bramino si tolse gli abiti, li posò su una sedia e si inchinò profondamente.

Poi disse:

“Oh! Fortunati voi, vestiti!
Fortunati!
Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l’essere umano che vi è sotto!”

Brano tratto dal libro “Solo il vento lo sa.” di Bruno Ferrero. Edizioni ElleDiCi.

Il segreto del paradiso

Il segreto del paradiso

Una volta un samurai grosso e rude andò a visitare un piccolo monaco.
“Monaco,” gli disse, “insegnami che cosa sono l’inferno e il paradiso!”
Il monaco alzò gli occhi per osservare il potente guerriero e rispose con estremo disprezzo:

“Insegnarti che cosa sono l’inferno e il paradiso?

Non potrei insegnarti proprio niente.
Sei sporco e puzzi, la lama del tuo rasoio si è arrugginita.
Sei un disonore, un flagello per la casta dei samurai.
Levati dalla mia vista, non ti sopporto.”

Il samurai era furioso.

Cominciò a tremare, il volto rosso dalla rabbia, non riusciva a spiccicare parola.
Sguainò la spada e la sollevò in alto, preparandosi a uccidere il monaco.
“Questo è l’inferno!” mormorò il monaco.

Il samurai era sopraffatto.

Quanta compassione quanta resa in questo ometto che aveva offerto la propria vita per dargli questo insegnamento, per dimostrargli l’inferno!
Lentamente abbassò la spada, pieno di gratitudine e improvvisamente colmo di pace.
“E questo è il paradiso!” mormorò il monaco.

Brano tratto dal libro “L’importante è la rosa.” di Bruno Ferrero